Di quella volta che ho fatto arrabbiare groupon

groupon

Giusto al termine di una giornata in cui si parla di come in realtà molti blogger siano diventati un paid medium, discussione scatenata da questo splendido post di Mafe De Baggis – che adoro –  vi faccio vedere quanto costa, talvolta, la propria indipendenza (me la tiro un po’: ebbene, sappiate che non sono stato pagato da groupon)

La mail qui sopra mi è stata inviata da un tale che si dichiara “dipendente di groupon”, che evidentemente ha letto questo mio post su groupon.

Parliamone: la cosa che mi brucia di più è che mi abbia fatto notare un refuso: lo so, qual è si scrive senza accento. Ma io ci metto l’accento da quando ancora giocavo con i lego, non ci posso fare niente. Salvo inveire contro il mio detrattore grammar nazi (anche se, in realtà, avrei pure io qualcosa da ridire sulla correttezza grammaticale del suo messaggio).

Luigi – lo chiamerò così per rispetto alla sua privacy – non intendo certo dichiararmi professore di marketing: qualora avessi l’intenzione di diventarlo, sicuramente mi rivolgerò a te. Ho semplicemente espresso la mia opinione, riguardo al fatto che molti esercenti si affidano alle promozioni di groupon semplicemente perchè non sono in grado di farsi in casa questo servizio. Salvo, poi, trattare il cliente di serie B diversamente dal cliente di serie A che, da pollo, ha pagato il prezzo intero. Cosa che fa un’impressione piuttosto cattiva (credi che quel cliente tornerà? e mi pare l’unica speranza per l’esercente, che sicuramente non ha guadagnato molto dalla promozione).

Continuo ad essere convinto che la maggior parte degli esercenti che si affidano a groupon, in realtà non stiano facendo un buon marketing. Ovvero, che stiano pagando a caro prezzo uno strumento che rischia di dare un ritorno piuttosto basso. Non credi sia meglio offrire ai clienti un buon servizio, un’accoglienza straordinaria, e al termine della serata chiedergli di lasciare il proprio indirizzo email, in modo da essere informati su eventi e serate a tema?

Nel 2014 ci salverà la Content Curation

In questi primi giorni di inizio 2014 ho avuto la possibilità di osservare il web un po’ più da lontano: mi sono reso conto che una certa distanza è importante per poter prendere una visione d’insieme in modo obiettivo.

Mi sono dedicato anche alla lettura di blog che mi piacciono: segnalo senza dubbio questo post di Beatrice Niciarelli e quest’altro di Comunicare Sul Web. Mi è piaciuta molto anche questa infografica sul blog dello Iab Forum, che evidenzia i trend per il Content Marketing nel 2014. Da leggere, come sempre d’altra parte, anche questo post dal blog di Riccardo Scandellari, sulle professionalità più richieste nel 2014 nel settore del Web Marketing.

relax-content-curation

Mi fermo a riflettere. Dimentico per un attimo di avere appena dato vita a Scintille (il sito sarà online nella notte del 31 Gennaio!): una barca appena salpata ma già in tempesta, e a noi il compito di tenere dritto il timone. Torno un utente, parola per me alquanto detestevole. I contenuti, anche quelli di qualità, ci stanno annegando: siamo stanchi di questo ambiente troppo rumoroso, e temiamo l’overbooking che satura la nostra capacità di riflettere, perchè per riflettere bisogna fermarsi. Siamo stanchi di essere considerati un target (soprattutto nei social network). Il Marketing è meraviglioso, ma per non soffocare abbiamo veramente bisogno di essere “curati” dalla content curation.

Curation is the king, no longer the content

È una bellissima frase di Steven Rosenbaum, regista e imprenditore, autore di “Curation Nation”. La curation porta in primo piano il concetto di qualità per me, che va oltre a quello di qualità. La curation ci permetterà di respirare e concentrarci su ciò che ci piace veramente, sulle nostre vere passioni.

Sarà proprio la passione a renderci migliori, in questo 2014. Sopravviverà chi riuscirà veramente a trasmetterla, nel nostro lavoro come nella vita di tutti i giorni.

Sito web gratis … c’è chi ti paga 50 euro!

Alla fine ho ceduto alla tentazione di farlo anch’io, dopo altri che l’hanno fatto prima e meglio. Sito Web gratis? Ti offro 50 euro ed è pronto per domani!

Sito web gratis è nato per gioco, naturalmente. E’ una reazione al bombardamento, e non solo sul web, dell’offerta di siti web gratis professionali e “primi su Google”. Quasi mai chi si realizza il sito da sè ci guadagna qualcosa, questo è certo. Mi sono messo nei panni del “cugino” che fa i siti la sera, nel sottoscala, che, avendo avuto un calo del 300% del proprio fatturato a nero a causa di queste promozioni, decide di pagare 50 euro per poter continuare a fare siti.

Il pretesto mi serve per esporre e condividere alcune riflessioni. C’è ancora troppa incomprensione di fronte al “valore” un sito web, inltre l’informazione corretta è annientata dal “rumore” di fondo e non arriva a chi non possiede degli strumenti corretti per eseguire una valutazione.

Faccio ma me, visto che è facile e risparmio un bel po’ di soldi

Ci sono imprenditori che si avventurano in esperienze fallimentari, con il solo risultato di pensare poi che “internet è una fregatura“. D’altra parte il mercato è reso difficile da un lato a causa dell’offerta a costo zero, dall’altra a causa di un offerta a bassa professionalità, e non sempre basso prezzo. Cerco di fare sempre del mio meglio per trasmettere la mia professionalità, ma sempre mettendomi dalla parte del cliente e pensando a come fargli ottenere il successo che desidera. È fondamentale trasmettere il valore del mio lavoro spiegandolo in modo preciso e dettagliato, spiegando come verrà impiegato l’investimento. Cerco di abbattere l’atteggiamento di diffidenza facendo formazione e fornendo spiegazioni: questa a mio avviso è la strada da seguire.
Tuttavia il mercato è affamato di vendita: si cerca di vendere di tutto, dalle soluzioni “chiavi in nano” fino al corso che in poche ore ti garantisce di poter diventare un esperto. Inorridisco di fronte alla poca professionalità nel proporre corsi di web marketing in 16 ore, al termine delle quali si fa credere di essere esperti!

Che ne pensi? Visita Sito web gratis e lascia il tuo commento!

Blog Marketing: come realizzare un blog di successo

Il marketing, sotto la spinta del web, si arricchisce di continuo di nuovi termini. Uno di questi è il blog marketing, che comprende le attività di marketing finalizzate alla promozione di un blog

Cos’è il blog marketing
In riferimento al web marketing, possiamo affermare che il blog marketing coinvolge gli aspetti che vanno dal content marketing al social media marketing alle attivitá di link building e di SEO, oltre alle attività di promozione del SEM, specifici per i blog.
Chiariamo subito quindi che non si tratta di una nuova disciplina, tuttavia le specificità di un blog richiedono sicuramente delle attenzioni particolari.
Il blog è uno strumento in piena crescita: fashion blogger, travel blogger, food blogger scrivono ogni giorno una grande quantità di post su blog e social media. Intorno ai blogger è concentrata l’attenzione delle aziende, che hanno capito il potenziale ritorno di visibilità che i blog possono portare.
Questo grande ed importante cambiamento riguarda tutta la comunicazione 2.0: oggi al “cliente”, definizione che appartiene a retaggi aziendali ormai passati, non interessa più ascoltare messaggi pubblicitari unidirezionali che parlano di “prodotti innovativi” realizzati da “leader del settore”. Questa rivoluzione “copernicana” dovuta in gran parte ai social media, ha messo al centro quello che le aziende definivano, fino a ieri, un semplice consumatore. In un mondo saturo di ogni prodotto e servizio, per distinguersi, e convincere all’acquisto, è necessario mettersi dalla parte del destinatario del prodotto o del servizio.

Oggi, per essere venduti, i prodotti devono rispondere ai bisogni del destinatario, che deve essere coccolato e fatto sentire al centro della storia.

Le aziende hanno bisogno dei blogger per scrollarsi di dosso la loro autoreferenzialità. Nessun’altro meglio di chi ha provato un prodotto e ha ricevuto una buona impressione, è in grado di comuncarlo efficacemente tramite il passaparola.

Il passaparola è 7 volte più efficace dell’advertising e 5 volte più efficace di una vendita diretta

Naturalmente il principale motore di ricerca, Google, ha capito ed interpretato questo importante cambiamento di prospettiva. Prima, il posizionamento era composto essenzialmente di link popularity: la SEO, chiamata allora “ottimizzazione per i motori di ricerca”, era una sorta di doping che permetteva di arrivare primi alla corsa dei motori di ricerca. Questo naturalmente gonfiava un enorme business intorno alla compravendita di links, con il prevedibile risultato di inquinare le SERP di una grande quantità di risultati non graditi all’utente. Era in gioco quindi la stessa credibilità di Google, che sarebbe stato presto abbandonato se non in grado di soddisfare le richieste dei suoi utilizzatori.
Grazie agli aggiornamenti Panda e Penguin, anche Google ha iniziato a ballare al motto di “The content is the King“, e la SEO è diventata un’attività per le persone anzichè per i motori di ricerca.
Ecco perchè il blogger è sempre di più al centro dell’attenzione: Google ha introdotto temutissime penalizzazioni per tutti quei siti che adottavano una strategia di acquisizione di link non spontanei, e quindi le aziende hanno iniziato a focalizzare la loro attenzione sui blog. Purtroppo ancora non è del tutto così, ma è un dato di fatto che il contenuto sia diventato elemento costitutivo della link building e dell’ottimizzazione sulle SERP.

Il blog è ora il mezzo più efficace, non solo per sviluppare un content marketing efficace, ma anche per le attività di SEO

Qual è la ricetta per un blog di successo? In questo interessantissimo guest post di Donato “Markingegno” Carriero apparso sul blog tagliaerbe, sono sintetizzati i fattori chiave per il successo di un blog:

  • Contenuti (unici, utili e up to date)
  • Stile di scrittura
  • Socialità
  • Reputazione e Popolarità

In questo nuovo contesto, la SEO non è più doping, ma un allenatore in grado di far esprimere al meglio le potenzialità del blog. Piuttosto, noto che la SEO è spesso trascurata, soprattutto dai blogger “indipendenti”, che non hanno la giusta visione delle potenzialità derivanti da un buon posizionamento sulle SERP: le persone cercano risposte sui motori di ricerca e

il 90% degli italiani che usano internet afferma che i motori di ricerca sono lo strumento più efficace per cercare informazioni

La nuona SEO, tolti di mezzo i vecchi “trucchi”, è così diventata incredibilmente interessante e umana, un insieme di fattori che racchiudono aspetti tecnici, contenuti e condivisione sui social network.

Acquisti e Motori di ricerca in Italia nel 2013

Come sappiamo, i motori di ricerca vengono utilizzati per cercare delle risposte, e oggi sono in grado di influenzare in modo rilevante le decisioni d’acquisto: secondo lo studio del 2012 “The E-commerce Future” (pubblicato su Google Think Insights)

il 97% delle decisioni di acquisto cominciano su Internet

Secondo una ricerca che Duepuntozero Research, l’impatto delle ricerche online sui comportamenti d’acquisto non è limitato all’ecommerce, ma è consolidato anche nei punti vendita: emerge, infatti, che il 23% degli italiani decide di acquistare un prodotto in negozio dopo aver effettuato una ricerca tramite smartphone e che 1 su 3 preferisce usare lo smartphone piuttosto che chiedere informazioni ai commessi. Al contrario di ciò che pensano i negozianti, quindi, cercare informazioni online mentre si è in un punto vendita non è necessariamente finalizzato a trovare dove comprare lo stesso oggetto a prezzo più conveniente. Però, in una percentuale rilevante di casi (circa il 30% nel punto vendita e il 79% online) il consumatore ha cambiato idea su un prodotto che stava per acquistare a causa di commenti o recensioni negative trovati in quel momento sul web attraverso i motori di ricerca.

Il numero di ricerche effettuate da dispositivi mobili (in particolare smartphone) sta ormai eguagliando quello delle ricerche da computer su rete fissa: a favore della ricerca mobile giocano fattori quali, appunto, la mobilità, che rende possibile la ricerca quando e dove serve, ma anche la maneggevolezza dei dispositivi, la rapidità, la possibilità di portare con sé le informazioni trovate e, talvolta, anche la disponibilità di app specifiche che velocizzano il tipo di ricerca cui si è interessati. Lo studio ha inoltre rilevato che negli uffici i dispositivi mobili stanno soppiantando i computer per le ricerche in rete, con percentuali del 45% contro il 36%: questo perché, dice Find, gli italiani vogliono mantenere la riservatezza e non rendere visibile al datore di lavoro ciò che cercano sul web.

Ogni azienda che intende avere una presenza efficace sul web dovrà necessariamente avere una versione del proprio sito internet compatibile con i più diffusi dispositivi mobile, o meglio dovrà disporre di un’interfaccia responsive. Dovrà inoltre fare molta attenzione all’ottimizzazione delle landing pages (pagine di “atterraggio” dell’utente che proviene dai motori di ricerca) perchè

  • Il 50 % degli utenti se ne va dalla Landing Page nei primi 8 secondi di visita (fonte: Landing Page Handbook – Marketing Sherpa)
  • 40% dei consumatori abbandona un sito che ci mette più di 3 secondi a caricare. (fonte: ricerca Forrester/Akamai)

Google Starter Guide: la Bibbia del SEO

Navigando sul web è possibile trovare molte guide riguardanti la SEO (Search Engine Optimization).
Per una persona che però è alle prime armi è necessario avere un punto di riferimento, un documento che possa in maniera semplice darle tutte le informazioni di cui ha bisogno per fare i modo che il proprio sito venga correttamente digerito dai motori di ricerca. La preziosa risorsa di Google è disponibile a questo link.
Sebbene non dica cose nuove, (Google stesso si scusa per questo), è un punto di riferimento valido per tutte quelle persone che si avvicinano per la prima volta a questo fantastico mondo.
Andremo a riassumere in maniera molto semplice e quindi accessibile a tutti gli argomenti più interessanti trattati da Google.

Partendo dalle basi, è giusto analizzare i titoli e le descrizioni del sito web perché esso possa essere indicizzato nel miglior modo possibile.
Se digitiamo la query di ricerca “Coca Cola” una delle prime cose che possiamo osservare è lo “snippet” contente titolo, descrizione e URL del sito (vedi foto).
Coca-Cola

Il titolo deve essere semplice, unico, breve e deve poter comunicare ai vostri clienti e ai crawler dei motori di ricerca il contenuto della pagina presa in considerazione.
Solitamente il titolo mostrato è quello presente nel tag “title” che si trova all’interno dell’head del sito web.
Il secondo campo che accompagna il titolo e che ci fornisce un riassunto della pagina è la descrizione.
Sebbene Google possa decidere quale sia la descrizione migliore da mostrare al visitatore, spesso far apparire ciò che vogliamo è molto semplice, basta solamente scrivere i contenuti in maniera efficiente.
Generalmente la descrizione viene infatti prelevata dal tag  “meta description” altre volte invece, se la descrizione non è unica, se non è presente il meta tag o per altri motivi, può venir prelevata da una qualsiasi parte di testo della pagina web.
L’importante è avere una descrizione che sia sempre semplice, unica e breve.
Per chi volesse approfondire questi aspetti consiglio di guardare il seguente video:

Passiamo ora ad analizzare la struttura delle URL.
Anche in questo caso  il discorso è analogo a quello fatto in precedenza, le URL devono essere semplici, brevi e soprattutto navigabili.
E’ utile infatti che un link es: www.blog.it/articolo/immagine sia navigabile anche rimuovendone una parte es: www.blog.it/articolo/ .
E’  poco producente utilizzare link contenenti troppe parole chiave e link che non seguono in maniera corretta ed efficiente la struttura del sito web.

Una volta analizzato lo snippet è giusto controllare bene anche la struttura del sito web ed altri piccoli fattori che possano influenzare l’indicizzazione del sito.
Per la navigazione, è importante concentrarsi sulla semplicità e facilità di utilizzo! L’utente che entra nel vostro sito web deve poter navigare da una pagina all’altra senza problemi e, ogni pagina dovrà essere strutturata nella maniera più ordinata possibile.

Anchor Text
Importante valore è svolto inoltre dagli anchor text.
E’ importante che essi siano scritti con criterio, vale la regola vista per titoli e descrizioni: brevi, semplici ed efficaci!

Altro aspetto spesso sottovalutato è l’ottimizzazione delle immagini.

Per ogni immagine è giusto prevedere l’utilizzo dell’attributo “alt”.
In linguaggio HTML fornisce un’informazione testuale quando l’immagine non può essere visualizzata.
E’ quindi doveroso tenere a mente che questo attributo è fondamentale per gli Spider di Google.

Il documento tratta infine un aspetto molto importante, l’attributo nofollow.
Il significato di questo attributo è sostanzialmente: Il link su cui è applicato non deve essere seguito dai Crawler.
Delle volte è infatti utile avvisare i motori di ricerca che il link in uscita preso in considerazione non è affine al nostro sito web e di conseguenza non va seguito.

Parliamo ora di 2 file molto importanti che dovrebbero sempre accompagnare il vostro sito.
Il primo è il file Sitemap.xml .
Si tratta di un file XML contenente tutte le pagine del sito  in modo gerarchico, consentendo così a Google di venir a conoscenza di tutti gli URL.
E’ sempre utile creare due Sitemap, una da inserire per il motore di ricerca e una invece che possa servire come “mappa” per i vostri clienti.
Ecco un modo pratico e veloce per generare automaticamente la vostra sitemap: http://www.xml-sitemaps.com/

Andiamo ora ad analizzare il file Robots.txt.
Spesso è necessario che alcune pagine non vengano indicizzate perché private o non necessarie.
Il modo migliore per impedire ai bot di indicizzare una pagina è quello di inserire un nofollow sul file robots.txt.
Il file Robots.txt va poi inserito sulla pagina root del vostro sito web.

Per concludere vi consiglio di utilizzare i “Google Web Master Tools”  che vi permetteranno di ottimizzare il vostro sito al meglio, rendendolo così appetibile ai motori di ricerca.
Ricordate comunque che il sito va reso appetibile soprattutto per i vostri visitatori.

Spero che questo articolo vi abbia dato un punto di riferimento dal quale iniziare il vostro percorso verso il meraviglioso mondo del SEO.
Vi lascio con una frase di Tim Berners-Lee con lo scopo di farvi riflettere un pò.

Il Web non si limita a collegare macchine, connette delle persone.
Tim Berners-LeeDiscorso al Knight Foundation, 2008

Perchè investire nel Content Marketing

Tra le possibili strategie di promozione on-line, il content marketing è sicuramente quella che è maggiormente sottovalutata, e allo stesso tempo quella che sta offrendo possibilità molto interessanti, anche se dobbiamo sempre tenere conto che i ogni strategia di promozione efficace possiamo riscontrare un certo equilibrio nell’utilizzo degli strumenti che il web marketing mette a disposizione (troppo spesso vedo, con orrore, stategie basate solo sul Pay Per Click oppure, peggio ancora, solo sulla SEO).
Definiamo content marketing quella disciplina che si occupa di contenuti strategici che vengono diffusi attraverso il canale web, allo scopo prima di attrarre, poi generare consapevolezza del brand che li diffonde, poi generare engagement in grado di acquisire e consolidare un business.
A tale scopo, il content marketing utilizza il contenuto, che deve avere due fondamentali requisiti: qualità e valore: qualità, intesa come espressione della professionalità di chi lo realizza, valore inteso in relazione allo scopo del contenuto nel contesto in cui si trova.
Quali sono i contenuti che creano valore? La scelta del media e del peso che gli si vuole attribuire dipende dall’obiettivo della comunicazione, si tratta di fare una scelta tra

  • Testi
  • Immagini
  • Video

Cosa sta succedendo sul web? Da una ricerca “2013 – State of Conten Marketing” si apprende che il contenuto che genera miglior ROI (rapporto tra ritorno ed investimento) ci sono guest articles che con più del 62% si ritene che producano maggior ritorno, poi i video con 51,9%, white paper 45,6%, Immagini con il 37,8%. In posizione bassa troviamo le infografiche con il 27%.

roi-content-marketing

Tra tutti i contenuti, i video sono sicuramente quelli in grado di generare maggior engagement, ma il ROI è penalizzato dal loro maggior costo di realizzazione rispetto agli articoli (se non altro perchè la realizzazione di un video di qualità richiede il coinvolgimento di uno staff di professionisti, mentre tipicamente è sufficiente un bravo copywriter per scrivere un articolo di qualità).
Riassumento, il content marketing, insieme al canale mobile, si prospetta essere un highlights per questo 2013. Purtroppo in molte realtà non si dà abbastanza importanza al contenuto, per concentrarsi su aspetti apparentemente più misurabili come numero di visitatori (o peggio ancora, mumero di mi piace della fan page di facebook), confondendo obiettivo (cioè allacciare un legame con un cliente) con lo strumento, per esempio la visita alla pagina web.