Google penalizzerà le aziende che offrono scarsa qualità

Un tuo cliente ha acquistato online un tuo prodotto o un servizio, ed è rimasto deluso? Presto Google potrebbe decidere di penalizzarti: entro la fine dell’anno (o anche prima), infatti, Google introdurrà un fattore di demerito del ranking, analizzando l’esperienza online degli utenti.
È lo stesso Matt Cutts a darne l’annuncio

“We have a potential launch later this year, maybe a little bit sooner, looking at the quality of merchants and whether we can do a better job on that, because we don’t want low quality experience merchants to be ranking in the search results

L’intenzione è quella di proteggere gli acquisti online, e quindi rendere più sicuro l’e-commerce. Stiamo cercando di intervenire – afferma –  per garantire che le realtà commerciali di bassa qualità non siano ben visibili tra i risultati di ricerca.

Ma come farà Google a dare questo punteggio di qualità?

Avranno notevole rilevanza le cattive recensioni degli utenti, tuttavia non potrà non tenere conto del fenomeno della crescita delle recensioni fake. Matts prosegue

“We are trying to ask ourselves, are there other signals that we can use to spot whether someone is not a great merchant, and if we can find those, and we think that they are not all that spammable, then we’re more than happy to use those.”

Ci saranno quindi altri segnali che verranno utilizzati per individuare i cattivi merchant, al di là dello spam presente nella rete. Ritengo che l’intenzione di Google sia quella di risalire direttamente alla reputation del merchant data da fonti autorevoli. La mia impressione  è che Google stia andando verso la certificazione dell’utente, e in questo processo Google+ avrà un ruolo chiave.

Probabilmente questo tipo di penalizzazione coinvolgerà solo casi particolari, come il noto caso del novembre del 2010,  quando il New York Times scrisse un articolo sulla “Decor My Eyes”, azienda produttrice di occhiali da sole, e sul fatto che il proprietario, Vitaly Borker, era convinto che gli utenti che si lamentavano online dei suoi servizi lo aiutavano in realtà ad avere posizioni migliori nelle SERP, confermando il famoso detto “non è importante cosa si dica di me, l’importante è che se ne parli”.