La raccolta delle olive

Ogni anno ad inizio Novembre, in un piccolo pezzo di terra nei pressi di Corinaldo che, per chi non lo sapesse, è un meraviglioso borgo marchigiano, vengo arruolato per la raccolta delle olive.

La raccolta delle olive è ormai è una consolidata tradizione familiare: ogni anno ci si riunisce nella casa di campagna per questa attività che ho subito amato perchè questi tre giorni off-line ti fanno prendere la giusta distanza dalla consuetudine di essere sempre connessi e dal dovere di essere sempre rintracciabili.
Inoltre si lavora al ritmo dettato dalla natura: l’attività viene accompagnata da chiacchiere e canti.
Si inizia la mattina, non troppo presto per attendere che il sole si alzi e riscaldi, la sera si stacca pochi minuti dopo che il sole è sceso dietro le colline. Si passa la sera seduti intorno al grande tavolo, con il focolare accesso.

Mentre raccolgo le olive, ragiono sulla semplice operazione di prendere un litro di olio dallo scaffale di un supermercato: banale, no? La raccolta per lo più avviene con il “pettine”, un attrezzo che permettere di staccare le olive dai rami e di farle cadere a terra, dove vengono raccolte su teli di rete.

Le olive vengono deposte su cassette, che vengono svuotate dentro a due grandi cassoni, già montati sul carrello che viene portato al frantoio.

Qui avviene la spremitura. Le olive vengono prima risposte in una macchina che permette di separare le foglie, poi vengono immesse nel ciclo si spremitura, che permette di ottenere l’olio pronto per essere usato. Quest’anno la resa è stata di 11,5: per ottenere un chilo di olio è necessario spremere 11,5 chili di olive. Lo scarto viene utilizzato per lo più come combustibile: mi rincuora sapere che non viene buttato via niente.

Matrimonio d’arte, il networking che funziona

Grande successo di pubblico per l’evento “Live @ Ca’ dei Ricchi”, tenutosi il 26 Ottobre scorso in una stupenda palazzina in stile veneziano, nel pieno centro di Treviso.
L’occasione è stata la presentazione degli scatti del fotografo Alfonso Papa: protagonista la sposa, ritratta nel giorno più bello della sua vita.

Alfonso Papa e Armando Badalucco, fondatore di Armando Parrucchieri, danno vita a Matrimonio d’arte, un network di professionisti nel mondo del wedding, con l’obiettivo di realizzare la loro idea di matrimonio, un progetto di immagine e stile. Per la creazione degli eventi, l’organizzazione e la scelta delle location vengono coinvolte Sara ed Alessia.

Si uniscono al progetto Annarita Battaggia, fondatrice dell’atelier sposa Oui Chéri, che si distingue per l’attenzione nello scoprire per ogni sposa uno stile che la rappresenti e renda unica nel giorno del suo matrimonio; Maui make up, di Maurizia Fagaraz, specializzata nell’interpretare la sensibilità ed il gusto della sposa e saper per dipingere il trucco più adatto.

All’evento ha partecipato infine la pasticceria creativa Sucrè, che disegna e realizza una wedding cake completamente personalizzata, sempre originale e creativa.

Matrimonio d’arte risulta essere un progetto che funziona: coerente ed interessante, in grado di proporre un nuovo tipo di matrimonio, grazie a professionisti di altissimo livello.

 

ALFONSO PAPA
La fotografia, l’immagine
Fotografo freelance, diplomato allo IED e appassionato di stile e tendenze, collabora con diverse agenzie di comunicazione e riviste di settore in un percorso artistico e di ricerca personale, specializzandosi nella fotografia di moda, di wedding reportage e nella post produzione digitale.

ARMANDO PARRUCCHIERI
L’acconciatura, l’immagine
Il negozio di Armando, un piccolo laboratorio artigiano del capello, è un luogo dedicato alla bellezza di donne e uomini, in cui passione, entusiasmo e professionalità si fondono assieme in un progetto di stile, unico.

MAUI MAKE UP
Il trucco, l’immagine
L’anima, le mani, la creatività di Maurizia accompagnano le spose nella ricerca di quello stile che le rappresenta, di quell’immagine che illumina e rafforza la loro personalità. Conoscere, capire, interpretare la personalità ed il gusto della sposa per dipingere su di lei il trucco più adatto, in stile con se stessa.

OUI CHERI
L’abito, l’immagine
In un luogo fuori dal tempo, un po’ atelier e un po’ salotto, Oui Chéri colpisce immediatamente l’immaginazione con le sue atmosfere romantiche, il suo gusto retrò dove gli abiti sono indiscussi protagonisti ed interpreti di una sposa che punta all’unicità, all’eleganza e allo stile.

SEVENTEEN & CO.
La grafica, l’immagine
Ricercatrice instancabile dell’equilibrio estetico in tutte le sue forme, Antonella è un’artista digitale con vent’anni di esperienza nel campo della comunicazione visiva.

 

Un indovino ci disse – progetto di finanziamento popolare

“Un indovino ci disse” è il film su Tiziano Terzani, che il regista Mario Zanot vuole realizzare entro Luglio 2014, e di cui è possibile diventare produttori grazie al progetto di finanziamento popolare “Chiamata alle arti”. Contribuisci anche tu!

Tiziano Terzani
Tiziano Terzani

Ricordo di essermi sempre enormemente emozionato nella lettura dei libri di Tiziano Terzani: “Un indovino mi disse”, “In Asia”, “Un altro giro di giostra”, “La fine è il mio inizio” sono state tappe importanti della mia vita. Tiziano è stato una persona incredibile, che si distingueva grazie all’umiltà e semplicità che solo i grandi posseggono. Si trova anche su Wikipedia un bellissimo passo dal suo libro “In Asia”

« Diventai giornalista perché alle corse podistiche arrivavo sempre ultimo. Ero studente in un liceo di Firenze e mi ostinavo a partecipare a tutte le campestri che si tenevano alle Cascine. Non avevo alcun successo tranne quello di far ridere i miei compagni. Una volta, alla fine di una di quelle corse in cui ero davvero arrivato quando il pubblico stava già andando via, venne da me un signore sui trent’anni con un taccuino in mano e mi disse qualcosa come: «Sei studente? E allora, invece di partecipare alle corse, descrivile!». Avevo incontrato il primo giornalista della mia vita e, a sedici anni, avevo avuto la mia prima offerta di lavoro: cronista sportivo al «Giornale del mattino». Cominciai con le corse a piedi, passai a quelle in bicicletta e poi alle partite di calcio. Le domeniche, invece che alle feste da ballo, le passai da allora andando a giro per i paesi e le cittadine della Toscana con una vecchia Vespa 98. «Largo, c’è i’ giornalista» dicevano gli organizzatori quando mi presentavo. Ero un ragazzino e di sport me ne intendevo poco o nulla, ma quella qualifica mi dava lì per lì il diritto a un buon posto d’osservazione e il giorno dopo il diritto alla mia firma in testa a un articoletto con tanto di descrizioni e giudizi sulle pagine rosa del giornale della città. A quei due diritti – direi privilegi – son rimasto attaccato tutta la vita. »

Il regista Mario Zanot, autore di “Anam il senzanome” – l’ultima intervista a Terzani-, era un suo caro amico. L’idea del film “Un indovino ci disse” è nata dal desiderio di portare oltre il messaggio di amore per la vita e di ripudio della violenza che Terzani, da corrispondente di guerra a uomo di pace, ha saputo trasmettere.
Per realizzare il film si sono subito fatti avanti sostenitori in Germania, Svizzera e perfino in Vietnam: l’Italia, che come sappiamo sta attraversando un periodo di profonda crisi di valori oltre che economica, non si è dimostrata altrettanto sensibile: anche Rai e Medusa hanno finora negato il loro contributo. Mario Zanot, vincitore del David di Donatello 2013, documentarista di fama, sceneggiatore, aiuto regista e visual effector in films come Baarìa, Habemus Papam, La miglior offerta, Diaz, ha voluto in questo modo mettere il film nelle mani del pubblico al quale è destinato: con importi anche minimi il proprio nome verrà inserito nei titoli di coda.
Ho avuto l’onore, in qualità di membro del Comitato per San Gregorio, di ospitare Mario Zanot grazie all’interessamento dell’amico in comune Gerardo de Pasquale. Il 5 ottobre alle ore 20:30, nel piccolo gioiello nel cuore di Treviso, la Chiesa di San Gregorio, verrà ospitato l’evento “Chiamata alle arti“. Condurrà la serata Carlo Flora, con la voce recitante di Paola Soligo. Mario Zanot introdurrà la visione di filmati inediti che saranno accompagnati da musiche del quartetto d’archi Archimede e dal trio  jazz TRI-O-GGE77.
L’obiettivo della serata sarà la raccolta di fondi per rendere possibile l’inizio delle riprese. Spero che i trevigiani accolgano l’iniziativa e daranno un contributo per la realizzazione del sogno di Zanot.

Vai al sito sangregoriotreviso.it.

Straponzano, una corsa podistica per tutti a Treviso

Dopo il successo dell’anno scorso, il 29 Settembre avrà luogo la seconda edizione della Straponzano, corsa podistica non competitiva nel comune trevigiano di Ponzano Veneto

Saranno previsti tre percorsi, pensati per tutti i tipi di appassionati della corsa: la mezza maratona “della Valle”, un percorso di 10 Km per i meno allenati e un percorso per tutti di 5 Km.
L’evento è stato organizzato, con il patrocinio di Regione Veneto e Provincia di Treviso, grazie al lavoro di istituzioni ed associazioni locali: Assessorato alla Cultura e Istruzione e  Assessorato allo Sport di Ponzano Veneto, Comitato frazione di Ponzano, Gruppo Comunale A.I.D.O., O.P.S. onlus, A.V.I.S. Ponzano Veneto, A.S.D. Playlifesports, L.A.V. Ponzano Veneto, Nordic Walking Ponzano  Veneto, Atletica Ponzano, Noi Ponzano,  I.C.S. Ponzano Veneto. Sono inoltre stati coinvolti gli esercizi commerciali locali per i numerosi premi a disposizione e per i festeggiamenti a fine corsa.

Tracciati Straponzano 2013

Straponzano_Tracciato-5-10 Straponzano_Tracciato-21
tracciato 5 e 10 Km tracciato 21 Km

 
Sito ufficiale della Straponzano

Partecipa all’evento su facebook

Visualizza la gallery della 1a Straponzano 2012

Incontro blogger di montagna al Rif.Treviso

Sabato 8 Giugno ho avuto il piacere di partecipare al 1° Incontro blogger di montagna al Rifugio Treviso (Pale di San Martino), evento organizzato in occasione del convegno GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna) da Teddy Soppelsa, redattore del blog-magazine altidudini.it e della rivista Le Dolomiti Bellunesi. All’evento hanno partecipato anche le guide alpine e i gestori dei rifugi delle Pale di San Martino. Grazie a Teddy abbiamo avuto l’occasione di trascorrere una piacevole giornata in compagnia di persone che raccontano sul web la loro più grande passione, la montagna, per un confronto sui temi, sulle modalità e sulle potenzialità di narrare esperienze, emozioni, informazioni tecniche.

Il mio intervento (che non ha riguardato il sito della Sezione CAI di Treviso, da me gestito), l’unico, insieme a quello di Roberto Ciri, a trattare argomenti tecnici, ho spiegato il ruolo del Web Marketing nel successo di un blog, partendo dall’utilizzo degli strumenti messi a disposizione da WordPress, ad iniziare dalla scelta del dominio internet. Qualità e professionalità sono concetti che i blogger non devono trascurare, per ottenere un buon riscontro in termini di visibilità ed interesse. Ogni campagna SEO (search engine optimization) inizia con l’analisi delle keyword sulle quali intendo essere presente, e studiando come hanno fatto ad “entrare” i siti internet che sono nella prima pagina delle SERP. Infatti, poichè gran parte del traffico (spesso fino al 70-80%) ad un sito arriva dai motori di ricerca e la maggior parte degli utenti non va oltre la prima pagina, è fondamentale essere nei primo 20 posti per le parole chiave di interesse.

Per ottenere traffico qualificato al mio blog sarà necessario considerare un “mix” di azioni coordinate:

  • Esegui un’attività di SEO, il cui scopo è quello di ottenere una buona qualità per l’utente che sta eseguendo una ricerca su un motore di ricerca (nella sezione di traffico organico; merita un discorso a parte il PPC, che riguarda la presenza sulle sezioni a pagamento dei motori di ricerca)
  • Raccolgli gli indirizzi email di utenti interessati a noi e rimani in contatto attraverso una newsletter
  • Promuoviti attraverso guest post: sono articoli ospitati su un blog non di tua proprietà, che trattano di un argomento di interesse per te, e finalizzati alla promozione di un contenuto specifico.
  • Condividi risorse utili al tuo pubblico: ebook, video, altri materiale da scaricare, …
  • Commenta e partecipa agli altri blog della tua nicchia
  • Cerca di essere attivo sui Social Network che hai individuato strategici per te (non serve essere presenti ovunque, se non si ha la possibilità di sviluppare contenuti di qualità per quel canale). Lascia perdere le piattaforme che ti permettono di pubblicare contemporaneamente su tutti i tuoi canali: ogni strumento ha delle specificità di cui bisogna tenere conto.
  • Promozione off-line (magliette, adesivi e altri gadget): perchè no?

Successivamente, Roberto Ciri, fondatore di vienormali.it e autore della guida “I 3000 delle Dolomiti“, ha spiegato come ottenere un buon engagement su facebook presentando interessanti dati ottenuti su questo canale, pur in un settore di nicchia per i frequentatori della montagna.
Ma torniamo al tema principale dell’incontro:

Nell’affollato mondo della montagna sul web cosa merita racontare o documentare? Si leggono solo notizie e relazioni (di vie o itinerari) o c’è interesse anche per i contenuti e approfondimenti?

Inoltre, quale può essere il ruolo delle relazioni di vie ed itinerari per i frequentatori della montagna? Le relazioni tecniche dettagliate di vie ed itinerari riducono gli imprevisti ma favoriscono un’esperienza “mordi e fuggi” necessariamente limitata. Il nuovo turista della montagna non può neppure più permettersi di dormire in rifugio: sceglie gli itinerari che possono essere conclusi in giornata, evitando ogni possibilità di contrattempo che faccia perdere tempo. Secondo Tommaso Forin, fotografo e autore del blog passeggiando.it, le relazioni dettagliate sono invece utili e necessarie a far risparmiare tempo, esigenza oramai di ogni appassionato che ha un lavoro e deve ritagliarsi il necessario tempo per la montagna.
Ma la montagna viene percepita come “esperienza montagna”, sta quindi a noi blogger approfondire e guidare i toni verso una fruizione della montagna rispettosa di natura e cultura. Ho osservato inoltre come nel web l’offerta sia cannibalizzata da chi ha la capacità in termini d’investimento, innanzitutto strutture turistiche commerciali che spesso propongono le loro proposte seguendo unicamente la logica del profitto. Sta a noi blogger quindi di unire le forze e far sentire la nostra voce, raccontando le emozioni che ci appartengono e contribuendo in questo modo alla differenziazione dell’offerta. Quali sono gli effetti – prosegue Federico Balzan – sulla fauna e flora alpina, dovuti alla frequentazione alpinistica e scialpinistica? L’impatto dell’alpinista è debole, oppure consistente dato che, a differenza di un impianto di risalita, non prevedibile per la fauna?
Molto interessante anche l’analisi di Massimo Bursi – autore per il blog intraisass ed altri, tra cui altitudini.it -, che ha parlato del suo progetto di sviluppare un piano editoriale al fine di analizzare gli incidenti in montagna, contribuendo alla prevenzione grazie alla sensibilizzazione sugli errori più comunemente commessi. Strada percorribile, secondo le guide alpine, ma di difficile realizzazione visto che sulla maggior parte degli incidenti ci sono risvolti legali che impediscono di diffondere dati sull’accaduto.

Ma, al di là dei resoconti pur di ottimo livello, l’incontro ci ha regalato l’occasione di confrontarci con persone che condividono una forte passione per la montagna: questa a mio avviso la straordinarietà dell’evento. Ci siamo resi conto della responsabilità nei confronti del messaggio che trasmettiamo, e abbiamo gettato le basi per costruire uno spazio di discussione e dibattito. In queste mie note sintetiche non ho potuto citare tutti gli interventi in modo approfondito, ma ringrazio ciascuno dei partecipanti, oltre a Teddy e al gestore Tullio: Massimo Bursi, Mirco Gasparetto, Ernesto Majoni, Gabriele Villa, Tommaso Forin, Federico Balzan, Luigi Bertuzzi, Emiliano Oddone, Roberto Ciri, Lucio Dorz, Gaetano Tufano, Silvia De Fanti, Lorenzo Filipaz, Andrea Pasqualotto, Matteo Bertolotti, Stefano Carducci.

Aggiornamento del 16 Giugno 2013
Visto che il tempo per la presentazione è stato poco, pubblico le slide: sono poche note, tuttavia riassumono concetti che ogni blogger di montagna dovrebbe tenere presenti.

 

Aprire una lavanderia self service: scopri come fare

Sempre più famiglie ma anche single stanno scoprendo i vantaggi di portare a lavare la biancheria in una lavanderia self service a gettone: scopri come fare per aprirne una e realizza il tuo business!

Abbiamo sempre meno tempo a disposizione per il tempo libero, inoltre spesso non disponiamo degli spazi adeguati per l’asciugatura della biancheria, in particolare per lenzuola, coperte, tende e tutta la biancheria ingombrante.
Molte persone stanno scoprendo che la lavanderia a gettone è una valida ed economica soluzione che permette a famiglie, studenti e single di lavare la propria biancheria, magari mentre stanno facendo la spesa al centro commerciale oppure mentre stanno lavando la macchina all’autolavaggio.

Aprire oggi una lavanderia a gettone può essere un’ottima opportunità di business: l’investimento iniziale può anche essere contenuto, inoltre spesso il preventivo fornito, con formula chiavi in mano e comprensivo di assistenza sull’impianto, comprende anche un business plan realizzato in base alle caratteristiche del luogo dove intendi realizzare la lavanderia.

La posizione della lavanderia è fondamentale: infatti la vicinanza a centri commerciali, centri residenziali oppure quartieri con alta densità di appartamenti, renderà più redditizio il tuo investimento.

Inoltre esiste la possibilità di acquistare lavanderie mobili che possono essere installate in qualunque tipo di terreno: questa soluzione si adatta non solo alle situazioni di emergenza, ma anche per autolavaggi, parcheggi autostradali, campeggi, comunità, residence, complessi turistici.

La gestione di una lavanderia non occupa molto tempo: affidandosi ad un partner che dispone di un prodotto di qualità e che ti garantirà un servizio di assistenza rapido e professionale! Se decidi quindi di chiedere un preventivo, assocurati che ti venga proposto:

  • Lavatrici professionali di qualità, con marchio riconosciuto garanzia di affidabilità
  • La realizzazione di un impianto a basso consumo di energia elettrica e di acqua: queste due risorse infatti incidono per una buona percentuale sui costi da sostenere
  • Un preventivo che includa tutti i costi che dovrai sostenere, per non avere sorprese. Chiedo la formula chiavi in mano!
  • Informati bene sul servizio di assistenza che ti verrà garantito: tempi di intervento e costi devono essere chiari da subito!

Concerto Quartetto Archimede: F.J.Haydn e A.Dvořák

Il giorno sabato 15 Giugno, nella Chiesa di San Gregorio Magno a Treviso, si terrà un concerto del quartetto d’archi Archimede

Faccio parte da un po’ di tempo del Comitato per San Gregorio, un’associazione nata con lo scopo di far rivivere la Chiesa di San Gregorio Magno a Treviso, di fatto dimenticata dal dopoguerra ed ora interamente restaurata, grazie ai contributo del FAI e di aziende private.

Con mia grande soddisfazione, sono riuscito ad organizzare, grazie alla collaborazione di amici e all’aiuto di sponsor privati, un concerto del quartetto d’archi Archimede. Verranno eseguiti il quartetto di F.J.Haydn “L’Imperatore” e il “Quartetto Americano” di A.Dvoràk, composizioni di assoluto rilievo.

Enzo Ligresti, Corrado Genovese, Gaetano Adorno, Benedetto Munzone sono musicisti dotati di un’enorme sensibilità musicale: il quartetto, nato nel 1999, ha collaborato con artisti di fama internazionale come il violoncellista Rocco Filippini, i pianisti Bruno Canino e Sandro de Palma, i flautisti Maxence Larrieu, Bruno Grossi e Jean-Louis Ferrandis (integrale dei quartetti con flauto di Mozart). Si esibisce regolarmente in festival musicali europei per prestigiose associazioni concertistiche, oltre che in Italia anche in Francia, Austria, Albania, Croazia, Germania, Macedonia, Slovenia, Belgio, Kosovo, Spagna e in America Latina.

Organizzare un evento di musica classica non è facile. Devo iniziare con il ringraziare il mio caro amico Enzo Ligresti, che amo ascoltare da quando eravamo bambini. Enzo ha voluto regalarmi questo concerto, e ha superato ogni tipo di ostacolo nel riunire il quartetto. Ringrazio poi Renzo Secco, il presidente del Comitato, per l’entusiasmo con il quale ha accettato e condiviso le mie idee. Gerardo, per la sua disponibilità incondizionata e il suo rigore nel perseguire la perfezione qualitativa. Ferena, con il cui aiuto ho portato a San Gregorio le Invasioni Digitali, per il suo prezioso aiuto nella comunicazione dell’evento. Un graziamento anche per il sostegno dei due sponsor, Edizioni Canova e Gioielleria de Polo, reso possibile grazie al lavoro di ricerca di Alessandra Bonotto e della sua agenzia Ad Hoc Match. Un ultimo ringraziamento a Giovanni Reginato, che ci ha regalato le migliori parole che era possibile trovare per descrivere e riassumere il significato dell’evento.

L’appuntamento quindi è per sabato 15 Giugno, ore 21, presso la Chiesa di San Gregorio a Treviso. Per chi non la conoscesse, si trova a due passi dalla centralissima Piazza dei Signori, in una laterale di Vicolo Barberia.
Per sostenere le attività della Chiesa di San Gregorio, e aiutare a coprire i suoi costi di gestione, è stata scelta la formula dell’ingresso responsabile. Sono fiero di offrire questo evento prima di tutto ai cittadini, che mai come in momenti di crisi dei valori etici e culturali, ancora prima che economica, hanno bisogno di eventi come questo concerto, possibile  –  mi piace sottolineare – senza l’ausilio di denaro pubblico.

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Groupon? Ecco cosa penso.

In breve, cos’è Groupon
Groupon è un sistema di social shopping, localizzato nei maggiori mercati geografici di tutto il mondo, che mette a disposizione offerte speciali giorno per giorno. Ha aperto i battenti nel 2008 a Chicago, poi subito dopo a Boston, New York e Toronto, e così via fino a raggiungere nel 2012 150 mercati nel Nord America e 100 in Europa. Utenti registrati: 35 milioni.

A chi conviene?
Premetto che a mio avviso non possiamo affermare a priori che questo strumento sia buono o cattivo, dipende chiaramente dall’uso che se ne fa. Ma sono convinto che il successo di Groupon sia basato assenzialmente sull’inefficienza e scarsità delle iniziative di marketing degli esercenti, e anche sull’assenza di strumenti (alternativi) di aggregazione efficaci.
Ma qual’è il prezzo che paghiamo? A mio avviso molto alto per gli esercenti.

Cosa ne pensano i clienti?
Si divisono in due gruppi: quelli che lo usano, e sono gli acquirenti assidui dei coupon, e quelli ai quali non interessa. Quelli che lo usano sono nella maggior parte dei casi molto fidelizzati. Quindi, caro esercente, non ti aspattettare che un cliente, al quale oggi hai fornito un prodotto o servizio a prezzo stracciato, domani tornerà da te pagandolo un prezzo che percepirà come “caro”.

E gli esercenti?
In molti casi ci si chiede come facciano ad avere una marginalità positiva. La maggior parte dei miei clienti non potrebbe permettersi di aderire in quanto il costo sarebbe insostenibile e il bilancio netto dela promozione negativo.
Può essere un buon investimento? Dipende! Però, se al cliente viene prosposto un servizio di serie B in offerta, qual’è la qualità che gli faremo assaggiare?

Il mio consiglio: fatevelo da soli!
Come?

  • Offrendo qualcosa in più ai vostri clienti fidelizzati, piuttosto che a degli sconosciuti. Questi torneranno con i loro amici e saranno disposti a parlare bene di voi.
  • Organizzatevi promuovendo delle offerte per i prodotti che vendete di meno o per i giorni in cui vendete di meno.
  • Studiate Groupon! Loro usano messaggi di ottima qualità, realizzati da copywriter professionali e confezionati in newsletter di buona qualità grafica. Usano tecniche efficaci per diffondere i messaggi, ma queste sono anche a vostra disposizione! Un semplice esempio? Foursquare che è gratis.

Perchè siete così convinti a mettere nelle mani altrui il vostro business, e a così caro prezzo (per voi)?

Liberiamo la cultura: #invasionidigitali #sangregorio #treviso

Ieri 25 Aprile, giorno della liberazione, ho organizzato insieme a Ferena Lenzi l’invasione digitale alla stupenda Chiesa di San Gregorio a Treviso.
Come suggerisce Elisa Bonacini in un suo interessante post, non esistono più, nel mondo digitale, una gerarchia o un ordine prestabilito. Ogni utente, divenuto utente 2.0, è in grado di creare contenuti, anche culturali, condividendo immagini, suoni, pensieri, emozioni, diventando protagonista della storia e contribuendo alla loro diffusione e valorizzazione, grazie alla viralità tipica delle piattaforme sociali, decretando la fine della pubblicità ante web 2.0.
La creazione di valore culturale, nell’era del Web 2.0, si muove proprio attraverso la rete e le piattaforme sociali. Il fenomeno dei social networks, caratterizzato da una connettività e un’ubiquità senza limiti e dall’evoluzione degli aspetti relazionali sociali in modalità digitale e virtuale, è contemporaneamente causa ed effetto dell’evoluzione del web di seconda generazione e della trasformazione della società postmoderna in una società connessa e partecipata.
Ho l’onore di far parte del comitato, presediuto da Renzo Secco, che ha il compito di far rivivere questo prezioso spazio all’interno della nostra città. La chiesa non viene più utilizzata per le funzioni religiose, allora si è pensato di ospitare al suo interno musica, arte, letteratura e teatro, cultura.
L’invasione digitale ha dato un prezioso contributo alla conoscenza della Chiesa, rimasta chiusa dal dopoguerra, e interamente restaurata grazie al contributo del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano): i contributi digitali degli invasori saranno presto disponibili all’interno del sito web di San Gregorio.
Renzo Secco, che ha curato un libro che racconta la storia del restauro, ha tenuto un bellissimo discorso sulle opere, su come sia stato possibile recuperarle dallo stato di degrado in cui di trovavano, e sull’attività di ricerca storica – seguita dallo storico dell’arte Giorgio Fossaluzza – che ha portato ad interessantissime scoperte.
L’incontro è poi proseguito davanti ad un buon bicchiere di prosecco, che nella nostra città si trova facilmente. La visita alla Chiesa ha appassionato e abbiamo discusso su possibili modalità di diffusione della cultura all’interno della città, anche con l’intervento imprenditoriale di BREAD communication, fondata da me, Scripta & Co. di Ferena Lenzi e ineffabile design di Gerardo de Pasquale.
Mi piace questo approccio pragmatico alla cultura, ho sempre vissuto con il mal di pancia la cultura dei finanziamenti pubblici e gli eventi organizzati all’interno di questo meraviglioso spazio sono la dimostrazione che entusiasmo e competenze possono andare molto più in là dei soldi che piovono dall’alto.

chiesa san gregorio

Grazie Invasori!

Storytelling e open data

In crescita le community dove i dati sono al centro del dibattito: un modo per affrontare il problema delle sovrainformazioni del web

Ho trovato estremamente interesante l’articolo di Luca dello Iacovo “La vita raccontata dai numeri”, apparso ieri sul Sole 24 Ore. Il sito internet Numbeez permette di seguire e condividere “i numeri della tua vita”: la tua storia raccontata attraverso numeri.
In aumento anche la diffuzione di applicazioni che traducono le statistiche in mappe e diagrammi: l’Ecomomist ha trasformato in app il suo tradizionale “World in figures” in un app che confronta una selezione di statistiche dal mondo attraverso visualizzazioni come mappe e diagrammi a barre. E ricorda che in Italia la speranza di vita alla nascita è di 82 anni per uomini e donne. Il Giappone resta al primo posto con 83,7 anni. Sono concentrati in Africa quasi tutti gli stati dove, invece, è più breve: la Sierra Leone occupa l’ultimo gradino della classifica con 48,2 anni.

Altro interessantissimo approccio quello di Wolfram alfa: un motore di ricerca semantico che fornisce sorprendenti risultati grafici.

Topsy rivela che in Italia negli ultimi mesi sono più frequanti le citazioni delle parole “dati” e “statistiche” nei messaggi condivisi su twitter. E gli open data rilasciati da aziende e pubbliche amministrazioni arricchiscono un patrimonio diffuso di saperi ricostruito attraverso applicazioni software per dispositivi mobili, come dimostrano le esperienze degli archivi di dati aperti in sette regioni italiane.

I big data accelerano l’esigenza di ampliare i confini dela data literacy: secondo McKinsey le informazioni aumenteranno al ritmo del 40% all’anno. Nathalniel Silver, statistico e blogger, che ha anticipato i risultati elettorali in 49 Stati su 50 durante l’ultima corsa per la Casa Bianca, ha scritto che “l’umiltà nell’elaborazione e nel racconto delle previsioni contribuisce al successo nele decisioni”.

L’informazione numerica rischia di mandare in overbooking le nostre capacità decisionali, se non troviamo i modo di snellire il processo di analisi e deduzione. Ma i numeri sono e saranno fondamentali per la nostra capacità decisionale: i progetti open data si stanno sempre più diffondendo. In USA, Obama ha emesso una legge che obbliga gli enti di ricerca che ricevono contributi pubblici a pubblicare gratuitamente per i cittadini i risultati delle loro ricerche.

Leggi l’articolo sul Sole 24 Ore.