Ecco come lo stato tratta l’economia del dono

La notizia ti trapassa le orecchie e gela il sangue nelle vene: la storica Osteria senz’oste a Santo Stefano di Valdobbiadene (in provincia di Treviso, la mia città) è stata stangata dal fisco con 62 mila euro di multa.
Cosa è successo? Un piccolo imprenditore trevigiano, Cesare De Stefani, proprietario di un rustico – adibito a stalla – che si affaccia sulle colline del Cartizze, decide di lasciare aperto ai passanti un vano di 10 metri quadrati, in modo che possano servirsi liberamente di vino e salumi, e altrettanto liberi poi di decidere se e quanto lasciare di obolo dopo essersi serviti, visto che non c’è personale. Dice Cesare De Stefani

Lasciavo qualche bottiglia di vino per gli amici, che si lamentavano quando non mi trovavano

Un’osteria, appunto, senz’oste. Accanto alla stanza c’è una stalla dove dimorano una mucca, un vitellino e un asino. Non c’è un’insegna nè un parcheggio, ma solo filari di cartizze. La porta è sempre aperta e chi vi entra trova sempre prosecco e salumi. Un esemplare esempio di economia del dono: qui viene scavalcato il concetto di profitto e prevale il senso di condivisione con la collettività non tanto del mangiare e bere in sè, ma della cultura che sottointende al gesto. Oggi lo stato-ladro, che vuole mettere le mani in ogni aspetto della nostra vita sociale, lo chiamerebbe no-profit. In senso esteso, un sano esempio di sharing economy. In molti oggi hanno scovato che un limite dell’economia di mercato è sottovalutare l’aspetto di “creatore di fiducia” e di capitale sociale connesso all’economia del dono.
E allora cosa fa lo stato? Arriva con il suo apparato tributario, e infligge una multa da 62 mila euro, contestandogli redditi nascosti e lavoro nero che non c’è.
E come fa a determinare l’evasione? I tecnocrati controllori del fisco prendono a parametro gli incassi di un locale “simile” nel trevigiano – che in realtà non esiste – e fanno i conti, dando anche una partita iva e una ragione sociale, anche se lì c’è una casa privata.
Oscar Giannino commenta su Facebook

Ebbene, arriva lo Statoladro con il suo apparato tributario, e multa il proprietario affibbiandogli verbale da 62 mila euro, contestandogli redditi nascosti e lavoro nero che non c’è!!!! Roba da sbattere la testa al muro… la nostra dico, non quella degli zelanti pubblicani di Stato per carità non equivocate.

Chissà cosa farà ora Cesare De Stefani: prevedo un gran mal di testa!

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