Ciclabile delle Dolomiti, al via il ticket unico

Un unico ticket treno + bus e bicicletta per accedere all’anello ciclabile delle Dolomiti da Venezia, Padova e Treviso. Ora anche tramite un’app mobile.

Destinazione: le piste ciclabili delle Dolomiti, la Calalzo-Cortina e la Autonzo-Misurina. I treni quotidiani provenienti da Conegliano e da Belluno (tutti Minuetto) saranno attrezzati con sette posti per le biciclette e a Calalzo avranno la coincidenza con il servizio bus (una corsa al mattino e una al pomeriggio) attrezzato per il trasporto bici verso l’anello delle Dolomiti. Al sabato e nei festivi le corse ferroviarie dirette da Venezia, Vicenza e Padova saranno in coincidenza con due servizi bus, attrezzati anche con wi-fi a bordo, per ciascun senso dell’anello e saranno muniti di carrello per le bike. Il treno dalla laguna disporrà di 60 posti per biciclette (23 saranno prenotabili) mentre quello da Vicenza ne avrà sette tutti soggetti a prenotazione. I mezzi di Dolomitibus, invece, potranno portare fino a 30 bici.

I bus saranno in coincidenza a Misurina con le corse per le Tre Cime di Lavaredo e a Cortina con quelle per Dobbiaco. Questi mezzi saranno disposizione sia dei bikers sia di chi vuole andare a vedere le meraviglie dolomitiche.

Per chi non ha una bici, è attivo il servizio di noleggio bici, normali o elettriche. I punti di noleggio sono localizzati alla stazione ferroviaria di Dobbiaco, al ristorante chalet Cimabanche, nelle vie Ria de Zeto e Marconi a Cortina, in via Toffoli a Calalzo, in via Pause (località Taiarezze) ad Auronzo e al frontelago di Misurina.

Una pista ciclabile di 135 Km lungo il fiume Piave

Una pista ciclabile ad anello lunga 135 Km, che che percorre il ponte di Fener, lungo gli argini del Zenson, e attraversa la garzaia di Pederobba, le grave di Ciano, le distese di mamai dell’isola dei morti, il passo barche di Falzè, le straordinarie Fontane bianche, il vecchio approdo degli zattieri di Nervesa, le vecchie fornaci di Colfosco, le coltivazioni intensive nelle grave di Papadopoli, il porto fluviale veneziano di Lovadina, casa Parise a Ponte di Piave e le draghe e i nastri trasportatori di ghiaia abbandonati.

pista ciclabile piave

Il progetto, realizzato dal Consorzio Bim Piave, insieme agli Osservatori del paesaggio Medio Piave, Montello Piave e Colline dell’Alta Marca, dovrebbe partire entro il 2016 e terminare entro l’anno successivo.

Mi fa moltissimo piacere vedere come fenomeno del cicloturismo stia crescendo, al punto da indurre alla realizzazione di infrastrutture in grado anche di richiamare un flusso turistico, oltre a valorizzare un territorio stupendo dal punto di vista naturalistico. La posta inoltre si svilupperà interamente lungo sentieri, argini e strade ad uso agricolo, che già esistono: l’impatti ambientale sarà basso, tanto che il tracciato correrà sul fondo esistente: sterrato, erboso o ghiaioso. Al massimo ci saranno delle coperture di tout venant, prelevato direttamente sull’alveo. Punto di debolezza, secondo alcuni, è il fatto che l’intera pista corre su area golenale e dunque è soggetta alle bizze del fiume, che nel corso dei secoli sono state ricorrenti, e talvolta disastrose.

La nuova pista rappresenterà il naturale collegamento tra la Drava austriaca e l’Adriatico, tra la storica pista Dobbiaco-Lienz e la ciclabile Monaco-Venezia. Ed anche una sorta di tacito risarcimento allo stupro di cui il Piave è vittima da decenni: i prelievi a monte, con una rete di undici laghi artificiali creati nell’ultimo secolo e decine di centraline autorizzate, nonostante le proteste di comitati e cittadini; e la grande spoliazione legata all’attività dei «signori della ghiaia» che avevano trasformato il Piave nel bancomat dello sviluppo edilizio del Veneto, fino allo stop imposto dopo l’inchiesta dell’ex pretore d’assalto Francesco La Valle nel 1977.