Via Dibona, torre grande Falzarego (20 giugno 2009)

Ci sono decisioni nella vita che non possono essere rimandate
– brown, quando vuoi
sopra di me incombe l’ignoto, roccia gialla ovunque, roccia sopra la testa, sotto i piedi e attaccata alle dita. Un ultimo sguardo alla relazione. Ok, due chiodi a sinistra, poi su, poi ci si sposta un poco sulla destra …
– chiodo! sto seguendo la linea corretta
un’occhiata al cielo plumbeo che lascia scivolare qua e là qualche favilla di neve. Ora del giorno indefinita, freddo, ben presto rimango solo, unica presenza viva la corda che scivola verso il basso
– ecco la lama!
l’afferro, la stritolo ma non è abbastanza perchè le dita sono rese insensibili. Inizio a prendere condifenza, a sentire dentro di meuna spinta verso l’alto. Afferro, mi comprimo e distendo.
– da quanto salgo senza proteggere? troppo. deve esserci una protezione qui. chiodi neppure l’ombra …. ma questo buco pare fatto apposta per metterci un friend …
mi rilasso un attimo. credo che il più sia fatto, ma non devo perdere la concentrazione.
– quanto sono salito? un 25 metri
riparto spostandomi un po all’esterno del fessurone. qui molla …. poi all’improvviso cordini attaccati a due chiodi
– sono già all’A0? guardo meglio … c’è la sosta! mmmmmm ma che sosta. vebbè la preparo. Il solito molla tutto mi esce dalla bocca con la voce rotta dall’emozione.
recupero recupero recupero e di tanto in tanto scatto.
stavolta sono impaziente di ripartire. Ricontrollo la sosta e l’assicurazione.
– vado
ora il passaggio mi pare più macchinoso per la presenza della sosta. preferisco tenere il secondo cordino prima di mettermi comodo.
– è fatta, inizio ad urlare dentro. ora è quarto. quarto!
esco. la roccia declina, si distende, diventa pianeggiante. sopra di me il cielo, che ha smesso di piangere gelato.
in pochi minuti mi ritrovo a mangiare la mela portata in zaino.

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