Sugli sprovveduti della montagna e sui titoli di giornale

montagna
In fin dei conti è ancora estate: i giornali rincorrono il titolo ad effetto, perchè sul web il titolo deve essere cliccato, e nelle edicole bisogna pure che ci siano notizie che fanno comprare i giornali.
La notizia: nonni, zia e nipote di 6 anni volevano andare ad una festa a Capanna Gnifetti, quota 3647 metri, sul massiccio del Monte Rosa. Chissà poi dov’erano i genitori, chissà poi chi avesse suggerito loro di andare alla festa. Ogni volta che leggo sui giornali una notizia che riguarda la montagna, ho l’impressione che per qualche motivo il giornalita decida di non raccontare tutto, lasciando al lettore la sete di notizia.
Tu, Giuseppe Orrù che hai redatto tanto amorevolmente l’articolo, perchè non ti è venuto in mente di prendere una posizione, e spiegare che prima di intraprendere un’escursione in montagna, è necessario verificare quantomeno:

  • Quale dislivello dovremo affrontare? È alla portata di tutti i componenti del gruppo (facendo riferimento a quello più debole)
  • Quali difficoltà tecniche presenta l’itinerario? Le conosco e ritengo di essere in grado di affrontarle, tenendo conto anche dei possibili imprevisti? Che tipo di equipaggiamento è richiesto?
  • Quali sono le condizioni meteo? Sono in grado di valutare se può essere rischioso avventurarmi?

Nel momento in cui non abbiamo delle risposte certe e consolidate su ciascuno di questi punti, dobbiamo innanzi tutto prendere questa decisione: meglio stare a casa.
Successivamente, possiamo rivolgersi e chiedere informazioni a chi ne sa più di noi, ed è certificato a fare questo: per questo esistono le Guide Alpine. Ci sono poi le associazioni, tra cui il noto Club Alpino Italiano, che sono composte da volontari e al cui interno esistono gli istruttori, che sono sicuramente in grado di darci un valido consiglio. La maggior parte delle associazioni tutttavia sono composte da appassionati, che potrebbero darci un consiglio ma non sono “titolati” a farlo.
A questo punto, mi viene la curiosità di “Googlare” Giuseppe Orrù e trovo il suo profilo twitter

giuseppe orru

inevitabile un sorrisetto sarcastico: hanno scelto proprio il giornalista adatto, uno che si definisce “giornalista con la passione per la nautica e tutto quello che profuma di salsedine. Di fronte al mare la felicità è un’idea semplice.” Ora, l’inizio dell’articolo “Poteva diventare l’ennesima tragedia della montagna …” stride ancora di più: potrebbe non essere stato in grado di andare oltre la notizia, spiegando che, a meno che non abbiamo esperienza consolidata della montagna, è sempre necessario rivolgersi a chi ne sa più di noi, che ci darà il giusto consiglio per farci vivere una bella esperienza.

Il Seo è morto (dal Vangelo Secondo Wired)

I risultati di ricerca di Google sono ormai intasati dalla pubblicità. Ecco perché c’è chi pensa che il Seo abbia ormai fatto il suo tempo. A sostituirlo sarà lo Smo, il social media optimization.

Di fronte all’ennesimo articolo che tratta in modo così superficiale la SEO, rimango per lunghi minuti a fissare lo schermo, basito. Penso e ripenso, e, poiché sono così lontano dalla minima comprensione delle ragioni – ammesso che ce ne siano (la mia speranza è che non ce ne siano!) – la tentazione è quella di chiudere il browser e dimenticare. Si, proprio come si fa con la polvere che, non sapendo dove buttare, la si infila e dimentica sotto al tappeto. Si sicuro mi tratterrò dal rispondere e commentare l’articolo: non certo per snobismo, ma perché non credo nell’efficacia del rispondere alla provocazione: ho la sensazione che sia più utile che ciascuno trovi le proprie ragioni. Il cattivo odore non può essere spiegato a parole, ognuno deve provare dal vivo l’esperienza da solo. Inoltre possiamo trovare facilmente talmente tanti articoli di ottima qualità, che semplicemente non ci si può permettere di trattare l’argomento in modo così superficiale e di parte. A tutto ciò si aggiunge quell’articolo maschile davanti a SEO, “il”, che immediatamente mi ha indotto a compiere quel classico gesto di scaramanzia non proprio fine: “il” SEO è la persona che esegue la SEO!

Che sia ottenere mera visibilità l’obiettivo dell’articolo? Che sia proprio quello di ottenerla grazie al potente effetto virale tra i SEO? Ma con quale scopo? Non avranno tenuto conto, i giornalisti di Wired, della pessima reputazione che rastrellano?
E, badate bene, anche tra i Social Media Manager?

Non è la prima volta che si accende una battaglia di orticello tra gli stregoni che vendono a caro prezzo il successo sul web: quelli che vendono la SEO da un lato e quelli che vendono la “SMO” dall’altro. Questi ultimi, attratti da un mercato ancora vergine ed immaturo, che prospetta facili guadagni. Ma un approccio professionale alla materia esclude a priori che chi racconta abbia degli interessi specifici di parte.

Perché? Perché? Continua a risuonare nella mia testa. Anche in questo l’Italia di distingue! Un’altra delusione, dopo essermi convinto che la conoscenza della SEO, su cosa sia e a cosa serva, stesse facendo qualche passo avanti. A prescindere da come viene trattata per esempio su Wikipedia (e non è una barzelletta, leggi qui). Ho poi provato a cercare informazioni sul giornalista: mi sono impantanato in questa SERP, provatela anche voi! Certo è che questo articolo mi pare secondo solo a quello “Dall’antico Egitto a Google: se non sei «indicizzato» non esisti” apparso sul corriere.it oramai il 15 Aprile scorso.

Dimenticavo: ti interessa l’articolo incriminato? A me no, se però ci tieni ecco la fonte:
Il Seo è morto. Lunga vita all’ottimizzazione social

Google Starter Guide: la Bibbia del SEO

Navigando sul web è possibile trovare molte guide riguardanti la SEO (Search Engine Optimization).
Per una persona che però è alle prime armi è necessario avere un punto di riferimento, un documento che possa in maniera semplice darle tutte le informazioni di cui ha bisogno per fare i modo che il proprio sito venga correttamente digerito dai motori di ricerca. La preziosa risorsa di Google è disponibile a questo link.
Sebbene non dica cose nuove, (Google stesso si scusa per questo), è un punto di riferimento valido per tutte quelle persone che si avvicinano per la prima volta a questo fantastico mondo.
Andremo a riassumere in maniera molto semplice e quindi accessibile a tutti gli argomenti più interessanti trattati da Google.

Partendo dalle basi, è giusto analizzare i titoli e le descrizioni del sito web perché esso possa essere indicizzato nel miglior modo possibile.
Se digitiamo la query di ricerca “Coca Cola” una delle prime cose che possiamo osservare è lo “snippet” contente titolo, descrizione e URL del sito (vedi foto).
Coca-Cola

Il titolo deve essere semplice, unico, breve e deve poter comunicare ai vostri clienti e ai crawler dei motori di ricerca il contenuto della pagina presa in considerazione.
Solitamente il titolo mostrato è quello presente nel tag “title” che si trova all’interno dell’head del sito web.
Il secondo campo che accompagna il titolo e che ci fornisce un riassunto della pagina è la descrizione.
Sebbene Google possa decidere quale sia la descrizione migliore da mostrare al visitatore, spesso far apparire ciò che vogliamo è molto semplice, basta solamente scrivere i contenuti in maniera efficiente.
Generalmente la descrizione viene infatti prelevata dal tag  “meta description” altre volte invece, se la descrizione non è unica, se non è presente il meta tag o per altri motivi, può venir prelevata da una qualsiasi parte di testo della pagina web.
L’importante è avere una descrizione che sia sempre semplice, unica e breve.
Per chi volesse approfondire questi aspetti consiglio di guardare il seguente video:

Passiamo ora ad analizzare la struttura delle URL.
Anche in questo caso  il discorso è analogo a quello fatto in precedenza, le URL devono essere semplici, brevi e soprattutto navigabili.
E’ utile infatti che un link es: www.blog.it/articolo/immagine sia navigabile anche rimuovendone una parte es: www.blog.it/articolo/ .
E’  poco producente utilizzare link contenenti troppe parole chiave e link che non seguono in maniera corretta ed efficiente la struttura del sito web.

Una volta analizzato lo snippet è giusto controllare bene anche la struttura del sito web ed altri piccoli fattori che possano influenzare l’indicizzazione del sito.
Per la navigazione, è importante concentrarsi sulla semplicità e facilità di utilizzo! L’utente che entra nel vostro sito web deve poter navigare da una pagina all’altra senza problemi e, ogni pagina dovrà essere strutturata nella maniera più ordinata possibile.

Anchor Text
Importante valore è svolto inoltre dagli anchor text.
E’ importante che essi siano scritti con criterio, vale la regola vista per titoli e descrizioni: brevi, semplici ed efficaci!

Altro aspetto spesso sottovalutato è l’ottimizzazione delle immagini.

Per ogni immagine è giusto prevedere l’utilizzo dell’attributo “alt”.
In linguaggio HTML fornisce un’informazione testuale quando l’immagine non può essere visualizzata.
E’ quindi doveroso tenere a mente che questo attributo è fondamentale per gli Spider di Google.

Il documento tratta infine un aspetto molto importante, l’attributo nofollow.
Il significato di questo attributo è sostanzialmente: Il link su cui è applicato non deve essere seguito dai Crawler.
Delle volte è infatti utile avvisare i motori di ricerca che il link in uscita preso in considerazione non è affine al nostro sito web e di conseguenza non va seguito.

Parliamo ora di 2 file molto importanti che dovrebbero sempre accompagnare il vostro sito.
Il primo è il file Sitemap.xml .
Si tratta di un file XML contenente tutte le pagine del sito  in modo gerarchico, consentendo così a Google di venir a conoscenza di tutti gli URL.
E’ sempre utile creare due Sitemap, una da inserire per il motore di ricerca e una invece che possa servire come “mappa” per i vostri clienti.
Ecco un modo pratico e veloce per generare automaticamente la vostra sitemap: http://www.xml-sitemaps.com/

Andiamo ora ad analizzare il file Robots.txt.
Spesso è necessario che alcune pagine non vengano indicizzate perché private o non necessarie.
Il modo migliore per impedire ai bot di indicizzare una pagina è quello di inserire un nofollow sul file robots.txt.
Il file Robots.txt va poi inserito sulla pagina root del vostro sito web.

Per concludere vi consiglio di utilizzare i “Google Web Master Tools”  che vi permetteranno di ottimizzare il vostro sito al meglio, rendendolo così appetibile ai motori di ricerca.
Ricordate comunque che il sito va reso appetibile soprattutto per i vostri visitatori.

Spero che questo articolo vi abbia dato un punto di riferimento dal quale iniziare il vostro percorso verso il meraviglioso mondo del SEO.
Vi lascio con una frase di Tim Berners-Lee con lo scopo di farvi riflettere un pò.

Il Web non si limita a collegare macchine, connette delle persone.
Tim Berners-LeeDiscorso al Knight Foundation, 2008

Un terzo degli italiani mai stato sul web secondo il Rapporto Agcom 2013

Ho trovato curioso come, tra le preziose informazioni contenute nel Rapporto 2013 Agcom – Autorità per le Garanzie Sulle Comunicazioni -, presentato dal presidente Angelo Marcello Cardani nella Relazione al Parlamento, la notizia a cui i media hanno dato risalto è

L’Italia è al quarto posto in Europa nella non invidiabile classifica del numero di individui che non ha mai avuto accesso a Internet (37,2% contro una media EU27 di 22,4%2). Lo fa notare il presidente Agcom, Angelo Marcello Cardani, nella Relazione al Parlamento.

Sono 38 milioni gli italiani che dichiarano di accedere ad Internet da qualunque luogo e device: interessante il fatto che l’Italia sia il paese europeo con la più alta frequenza di accesso: 91% contro la media EU27 del 79%.
Gli investimenti pubblicitari, come prevedibile, crescono solo per il web: + 10,3% (da 1,407 miliardi del 2011 a 1,552 miliardi), mentre: -17.9% per la tv (da 4,221 miliardi del 2011 a 3,467 miliardi del 2012), -7.1% per la radio (da 565,81 milioni a 525,49 milioni), -19.1% per l’editoria (passata dai 2,649 miliardi del 2011 ai 2,143 miliardi del 2012, con un -16% per i quotidiani e un -22.4% per i periodici); -20% per gli annuari; -18.7% per il cinema; -12.5% per la pubblicità esterna.

Interessanti i dati relativi alla penetrazione dell’e-commerce: a livello prospettico, l’Europa nel suo complesso presenta ampi potenziali di crescita del commercio elettronico e ne prevedono un aumento di oltre il 10% nei prossimi anni.

AGCOM_2013-39

 

 

Google acquisisce Waze ed apre all’era del Social Traffic?

La notizia ufficiale è di pochi giorni fa: Waze, una startup israeliana che nel 2011 ha prodotto un’app con la funzionalità di navigatore “social”, è stata acquisita da Google pagandola più di un miliardo di dollari.
Per Google si tratta della quarta più importante acquisizione dopo quelle di Motorola Nobility, DoubleClick e Youtube. Anche Apple e Facebook avevano tentato in precedenza di comprare Waze.
Ho cercato di capire cosa ha reso così appetibile questo “navigatore”, e soprattutto cosa cambierà nel nostro futuro. Iniziamo con l’analizzare quali siano le funzionalità di Waze

Waze è l’applicazione gps per evitare il traffico, basata sulla community più diffusa e in veloce crescita nel mondo! Presto, unisciti agli altri guidatori nel tuo territorio, per condividere in tempo reale informazioni sul traffico e aiutare tutti a risparmiare tempo e benzina, durante la guida di tutti i giorni.

Al momento, in Italia, i servizi di segnalazione del traffico stradale – quelli, per dire, usati dalle radio ma anche dai navigatori gps – si basano su una centrale operativa che aggrega le informazioni provenienti da diverse fonti: il CCISS Viaggiare Informati, come sentiamo dire alla radio, “in collaborazione con ACI, ANAS, Società Autostrade, Carabinieri, Polizia e Aiscat”.
Il CCISS, che fa parte del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, raccoglie le segnalazioni degli organi competenti e le distribuisce alla popolazione. Possibile che finora abbia ignorato le potenzialità del Web 2.0? Ho trovato curioso che nel loro sito ufficiale non sia riportata la notizia dell’acquisizione di Google. Però apprendo che in realtà il CCISS ha provato a muoversi, realizzando un’app per IOS (a breve anche per Android, tranquilli!) che fornisce all’utente le proprie informazioni sul traffico ma – attenzione! – “a sua discrezione ed in modo anonimo, l’utente può scegliere di fornire i dati sul tratto percorso, consentendo agli operatori del CCISS di monitorare in tempo reale il flusso dei veicoli sulla rete stradale. L’attivazione di questa funzionalità è facoltativa, ma invitiamo tutti gli utenti a fornire, per se stessi e per gli altri, informazioni che risulteranno preziose per migliorare la qualità e la tempestività del servizio offerto dal CCISS”.
Sarebbe interessante sapere quando è stata rilasciata l’app: potrei scommettere che è avvenuto dopo la nascita di Waze!
Ciò che è successo è un tipico esempio di come finora l’informazione, istituzionalizzata e burocratizzata, è stata blindata all’interno del palazzo del Re in modo che questo potesse gestirla a suo piacimento per il bene dei propri sudditi. La stampa ufficiale
Waze è in grado di raccogliere i dati sul traffico dagli utenti, e questi vengono forniti senza bisogno di ulteriore filtro o lavorazione, aggiornano in tempo reale la mappa del traffico. Questi dati vengono inoltre elaborati per fornire in ogni momento l’itinerario più conveniente: è uno strumento in grado di far fare un salto qualitativo incredibile nella capacità di evitare code e blocchi del traffico, facendo risparmiare tempo e carburante.
Ma, se Waze ha avuto un’idea rivoluzionaria, Google avrà la capacità di distribuirla in ogni angolo di pianeta. Ma non è tutto: Google starebbe pensando non solo di inglobare le funzionalità di Waze in Gooogle Maps, ma anche di integrarle con Google Glasses: gli occhiali interattivi inventati da Google sarebbero cioè in grado di farci vedere il persorso da seguire tracciato direttamente sulla nostra retina. Si apre la nuova era del social traffic?

Aprire una lavanderia self service: scopri come fare

Sempre più famiglie ma anche single stanno scoprendo i vantaggi di portare a lavare la biancheria in una lavanderia self service a gettone: scopri come fare per aprirne una e realizza il tuo business!

Abbiamo sempre meno tempo a disposizione per il tempo libero, inoltre spesso non disponiamo degli spazi adeguati per l’asciugatura della biancheria, in particolare per lenzuola, coperte, tende e tutta la biancheria ingombrante.
Molte persone stanno scoprendo che la lavanderia a gettone è una valida ed economica soluzione che permette a famiglie, studenti e single di lavare la propria biancheria, magari mentre stanno facendo la spesa al centro commerciale oppure mentre stanno lavando la macchina all’autolavaggio.

Aprire oggi una lavanderia a gettone può essere un’ottima opportunità di business: l’investimento iniziale può anche essere contenuto, inoltre spesso il preventivo fornito, con formula chiavi in mano e comprensivo di assistenza sull’impianto, comprende anche un business plan realizzato in base alle caratteristiche del luogo dove intendi realizzare la lavanderia.

La posizione della lavanderia è fondamentale: infatti la vicinanza a centri commerciali, centri residenziali oppure quartieri con alta densità di appartamenti, renderà più redditizio il tuo investimento.

Inoltre esiste la possibilità di acquistare lavanderie mobili che possono essere installate in qualunque tipo di terreno: questa soluzione si adatta non solo alle situazioni di emergenza, ma anche per autolavaggi, parcheggi autostradali, campeggi, comunità, residence, complessi turistici.

La gestione di una lavanderia non occupa molto tempo: affidandosi ad un partner che dispone di un prodotto di qualità e che ti garantirà un servizio di assistenza rapido e professionale! Se decidi quindi di chiedere un preventivo, assocurati che ti venga proposto:

  • Lavatrici professionali di qualità, con marchio riconosciuto garanzia di affidabilità
  • La realizzazione di un impianto a basso consumo di energia elettrica e di acqua: queste due risorse infatti incidono per una buona percentuale sui costi da sostenere
  • Un preventivo che includa tutti i costi che dovrai sostenere, per non avere sorprese. Chiedo la formula chiavi in mano!
  • Informati bene sul servizio di assistenza che ti verrà garantito: tempi di intervento e costi devono essere chiari da subito!

Concerto Quartetto Archimede: F.J.Haydn e A.Dvořák

Il giorno sabato 15 Giugno, nella Chiesa di San Gregorio Magno a Treviso, si terrà un concerto del quartetto d’archi Archimede

Faccio parte da un po’ di tempo del Comitato per San Gregorio, un’associazione nata con lo scopo di far rivivere la Chiesa di San Gregorio Magno a Treviso, di fatto dimenticata dal dopoguerra ed ora interamente restaurata, grazie ai contributo del FAI e di aziende private.

Con mia grande soddisfazione, sono riuscito ad organizzare, grazie alla collaborazione di amici e all’aiuto di sponsor privati, un concerto del quartetto d’archi Archimede. Verranno eseguiti il quartetto di F.J.Haydn “L’Imperatore” e il “Quartetto Americano” di A.Dvoràk, composizioni di assoluto rilievo.

Enzo Ligresti, Corrado Genovese, Gaetano Adorno, Benedetto Munzone sono musicisti dotati di un’enorme sensibilità musicale: il quartetto, nato nel 1999, ha collaborato con artisti di fama internazionale come il violoncellista Rocco Filippini, i pianisti Bruno Canino e Sandro de Palma, i flautisti Maxence Larrieu, Bruno Grossi e Jean-Louis Ferrandis (integrale dei quartetti con flauto di Mozart). Si esibisce regolarmente in festival musicali europei per prestigiose associazioni concertistiche, oltre che in Italia anche in Francia, Austria, Albania, Croazia, Germania, Macedonia, Slovenia, Belgio, Kosovo, Spagna e in America Latina.

Organizzare un evento di musica classica non è facile. Devo iniziare con il ringraziare il mio caro amico Enzo Ligresti, che amo ascoltare da quando eravamo bambini. Enzo ha voluto regalarmi questo concerto, e ha superato ogni tipo di ostacolo nel riunire il quartetto. Ringrazio poi Renzo Secco, il presidente del Comitato, per l’entusiasmo con il quale ha accettato e condiviso le mie idee. Gerardo, per la sua disponibilità incondizionata e il suo rigore nel perseguire la perfezione qualitativa. Ferena, con il cui aiuto ho portato a San Gregorio le Invasioni Digitali, per il suo prezioso aiuto nella comunicazione dell’evento. Un graziamento anche per il sostegno dei due sponsor, Edizioni Canova e Gioielleria de Polo, reso possibile grazie al lavoro di ricerca di Alessandra Bonotto e della sua agenzia Ad Hoc Match. Un ultimo ringraziamento a Giovanni Reginato, che ci ha regalato le migliori parole che era possibile trovare per descrivere e riassumere il significato dell’evento.

L’appuntamento quindi è per sabato 15 Giugno, ore 21, presso la Chiesa di San Gregorio a Treviso. Per chi non la conoscesse, si trova a due passi dalla centralissima Piazza dei Signori, in una laterale di Vicolo Barberia.
Per sostenere le attività della Chiesa di San Gregorio, e aiutare a coprire i suoi costi di gestione, è stata scelta la formula dell’ingresso responsabile. Sono fiero di offrire questo evento prima di tutto ai cittadini, che mai come in momenti di crisi dei valori etici e culturali, ancora prima che economica, hanno bisogno di eventi come questo concerto, possibile  –  mi piace sottolineare – senza l’ausilio di denaro pubblico.

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Recensione su offerta Groupon

Qualche tempo fa ho scritto un post su Groupon, pur non avendolo mai testato di persona. La mia prima volta è stata il 27 Maggio 2013. Questa è stata l’imperdibile offerta Groupon a cui non è stato possibile rinunciare: “Pranzo o cena con pizze illimitate a scelta dal menu e cotte in forno a legna, con flûte di prosecco di benvenuto, 5 antipasti, dolce e birra media o bibita per 2, 4 o 6 persone a partire da 18 € invece di 69,50”.

Vorrei iniziare da alune definizioni

  • “illimitato”: Che non ha limiti, non ha termine.
    Non si tratta di fare i pignoli, ma devo precisare che il limite c’era. Siamo riusciti ad ottenere, in sei persone, una pizza a testa e tre pizze aggiuntive di piccola taglia.
  • “5 antipasti” con selezione di salumi (per esempio mortadella alla brace o porchetta al forno di casa), fritti del giorno come ad esempio olive ascolane, chicche sfiziose, verdure di stagione, mix di crostini.
    Ci sono stati portati tre piattni con: spicchio di pizza, fetta di prosciutto cotto, fritti. Non proprio aderente all’offerta.
  • “flûte di prosecco”. Avrei preferito un bicchiere, ma anche su questo non voglio infierire.

Ma non abbiamo voluto obiettare sui dettagli, consci del fatto che per neppure 8 euro a persona, quanto ci è stato proposto è comunque tanto. Tuttavia, perchè mai nel formulare l’offerta sono stati usati termini, se la realtà poi era diversa. Lascio immaginare la risposta.

E la pizza, com’era? La pizza era buona. Uso questo termine perchè a mio avviso non è dificile fare una buona pizza. Preciso: non era a mio avviso una pizza particolarmente buona, era una pizza che si poteva mangiare e trovare in molte altre pizzerie.
Diciamocelo: in giro ci sono tantissime pizzerie, ma cosa determina il successo di una pizzeria?

O sei una Mucca Viola o non sei nessuno. Straordinario o invisibile. A te la scelta.

Più che azzeccata la citazione di Seth Godin: se il tuo prodotto lo propongono in molti, o sei straordinario, o nessuno ti noterà. A meno che – aggiungo io – non decidi di lanciarti su Groupon!

Ma se non sei straordinario, quale ricordo rimarrà nei clienti ce hai acquisito in questo modo? A mio avviso, se non gli darai nessuna occasione per lamentarsi, la prossima volta andranno a cercare un’altra pizzeria che propone un’offerta simile.

Questa esperienza mi ha ancora di più convinto di ciò che pensavo. Se hai ricavato una sufficiente marginalità con neanche 8 euro, dovrei (forse) iniziarmi a preoccupare sia per ciò che ho mangiato (ricordiamoci che di mezzo c’è anche la commissione di Groupon!), sia per il fatto che senza coupon avrei pagato più del doppio (e quindi, quant’è il margine di guadagno?). Non dimentichiamo che, di queste 8 euro, circa 4 euro sono andate al pizzaiolo, ma il prodotto ottenuto sarebbe costato almeno 16 euro. Non riesco a capire come possano tornare questi conti.

Qualche suggerimento?

Groupon? Ecco cosa penso.

In breve, cos’è Groupon
Groupon è un sistema di social shopping, localizzato nei maggiori mercati geografici di tutto il mondo, che mette a disposizione offerte speciali giorno per giorno. Ha aperto i battenti nel 2008 a Chicago, poi subito dopo a Boston, New York e Toronto, e così via fino a raggiungere nel 2012 150 mercati nel Nord America e 100 in Europa. Utenti registrati: 35 milioni.

A chi conviene?
Premetto che a mio avviso non possiamo affermare a priori che questo strumento sia buono o cattivo, dipende chiaramente dall’uso che se ne fa. Ma sono convinto che il successo di Groupon sia basato assenzialmente sull’inefficienza e scarsità delle iniziative di marketing degli esercenti, e anche sull’assenza di strumenti (alternativi) di aggregazione efficaci.
Ma qual’è il prezzo che paghiamo? A mio avviso molto alto per gli esercenti.

Cosa ne pensano i clienti?
Si divisono in due gruppi: quelli che lo usano, e sono gli acquirenti assidui dei coupon, e quelli ai quali non interessa. Quelli che lo usano sono nella maggior parte dei casi molto fidelizzati. Quindi, caro esercente, non ti aspattettare che un cliente, al quale oggi hai fornito un prodotto o servizio a prezzo stracciato, domani tornerà da te pagandolo un prezzo che percepirà come “caro”.

E gli esercenti?
In molti casi ci si chiede come facciano ad avere una marginalità positiva. La maggior parte dei miei clienti non potrebbe permettersi di aderire in quanto il costo sarebbe insostenibile e il bilancio netto dela promozione negativo.
Può essere un buon investimento? Dipende! Però, se al cliente viene prosposto un servizio di serie B in offerta, qual’è la qualità che gli faremo assaggiare?

Il mio consiglio: fatevelo da soli!
Come?

  • Offrendo qualcosa in più ai vostri clienti fidelizzati, piuttosto che a degli sconosciuti. Questi torneranno con i loro amici e saranno disposti a parlare bene di voi.
  • Organizzatevi promuovendo delle offerte per i prodotti che vendete di meno o per i giorni in cui vendete di meno.
  • Studiate Groupon! Loro usano messaggi di ottima qualità, realizzati da copywriter professionali e confezionati in newsletter di buona qualità grafica. Usano tecniche efficaci per diffondere i messaggi, ma queste sono anche a vostra disposizione! Un semplice esempio? Foursquare che è gratis.

Perchè siete così convinti a mettere nelle mani altrui il vostro business, e a così caro prezzo (per voi)?

Arrampicata in Piazza a Treviso

Sabato 25 e domenica 25 Maggio sarà possibile provare l’arrampicata su una struttura artificiale installata dal CAI, Club Alpino Italiano, in piazza Borsa a Treviso.
L’evento, arrivato alla quarta edizione, ha lo scopo di promuovere le attività dell’associazione, che quest’anno festeggia il 150° anniversario della fondazione.
Il CAI a Treviso fu fondato nel 1909 dal medico Giulio Vianello, e oggi è una delle più numerose associazioni cittadine. Lo scopo è quello di diffondere ed incentivare un uso cosciente e rispettoso della montagna, attraverso le numerose attività che permette di svolgere: trekking ovviamente, ma anche alpinismo, arrampicata, scialpinismo, cicloturismo. Ogni anno organizza corsi di livello base ed avanzato, ai quali è possibile partecipare sia per acquisire le nozioni tecniche per affrontare la disciplina scelta, ma sopratuttto per incontrare persone accomunate dagli stessi interessi.

La prova di arrampicata avverrà insieme agli istruttori della Scuola “E.Castiglioni” e insieme ai volontari del grupo roccia Sudret. Sarà fornita, ovviamente gratuitamente, anche L’attrezzatura necessaria. La prova è aperta a bambini ed adulti, ma soprattutto questi ultimi avranno l’occasione di provare questa meravigliosa disciplina che, contrariamente a quanto comunemente si pensa, è un’attività “per tutti”.

Sabato 25 Maggio: ore 9-22
Domenica 26 Maggio: ore 10-19

Per approfondimenti: www.caitreviso.it