Quest’anno non ho potuto mancare allo IAB Forum 2013, tenutosi a Milano Congressi il 3 e 4 Dicembre: si tratta del più importante appuntamento dell’anno sulla comunicazione digitale e interattiva in Italia.
Il tema di quest’anno è stato “Inspiring digital ideas”, un insieme di autorevoli testimonianze sul presente ed futuro della comunicazione digitale di esperti del settore ed aziende che si presentano al mondo digitale, una piacevole occasione di incontro tra “colleghi”.
Ha dato il via il presidente di IAB Italia Simona Zanette, che ha aperto la sessione plenaria del primo giorno offrendo una overview sullo stato dell’arte della situazione digitale in Italia, sia lato investimenti che lato utenza, definendo il perimetro dello scenario e prospettando i possibili sviluppi per il 2014. L’analisi è interessante: in un mercato di crisi globale e diffidenza che si traduce in un miliardo di euro in meno di investimenti rispetto allo scorso anno
la pubblicità online continua a tenere botta e chiude il 2013 con un rialzo del 7,7%
In valori assoluti si sta parlando ancora di un totale da 1 miliardo e 526 milioni di euro, ma Zanette si dice “abbastanza soddisfatta” dei 12 mesi in via di conclusione. Per il 2014 si attende un rialzo dell’8,5%, mentre il contesto dovrebbe far segnare un pareggio che “dopo tre anni di fila con segno meno è di fatto un risultato positivo”. Non ci si strappa i capelli dalla gioia, anche nell’online dove “dal 2012 in poi non abbiamo più visto una crescita a doppia cifra”.
In seguito è intervenuto Enrico Gasperini, Presidente Audiweb, che ha parlato della total digital audience e di come cambia il consumo dell’online tra pc, smartphone e tablet.
Cristina Colombo e Gabriella Bergaglio di TNS Italia hanno in seguito focalizzato la conversazione sul tema mobile, mentre Soraya Darabi (secondo AdAge Magazine tra i “25 professionisti dei Media da seguire su Twitter”) si è concentrato sull’IT sociale.
La mattinata si è conclusa con l’interessantissimo intervento di Steven Rosenbaum, regista e imprenditore, che ha presentato il suo libro “Curation Nation”, dagli user-generated content alla content curation, e i possibili scenari del futuro con i google glass.
Secondo Steven Rosenbaum la content curation ci salverà dalla sovrainformazione digitale a cui siamo bombardati, e che ci obbliga ad essere sempre connessi perchè il ritardo non può più essere recuperato. La content curation è la via che permette di separare il nostro segnale dal rumore che lo sovrasta.
Curation is the king, no longer the content.
La “curation” sarà quindi la nostra “cura”, ma la terapia è personalizzata: ciò che per me è rumore, non lo è per il mio vicino di casa; la curation implica intrinsecamente il concetto di qualità per me.
La sua linea guida si sintetizza in questi tre punti
- Choose your digital clothing, “scegli il tuo abito digitale”
- Listen is more powerful then speaking, “ascoltare è più potente di dire” (devono esserci sempre più persone che ascoltano rispetto a quelle che parlano)
- In a noisy world, readers hunger for clarity, “in un mondo romoroso, i lettori hanno fame di chiarezza”
Le sue parole mi hanno fatto riflettere a lungo, mentre nel pomeriggio mi aggiravo tra gli stand e nelle sale dove si tenevano i workshop per tutti i gusti: dall’email marketing al mobile, passando per social media e la digital PR. L’atmosfera era quella della fiera, in cui tutti cercano di parlare più forte del vicino, dicendo più o meno le stesse cose. Per fortuna era facile stabilire un contatto umano, che andasse al di là di “rappresento un’azienda leader nel settore…”, altrimenti sarei uscito con la solita impressione che ti lascia chi si mette a sgomitare per attirare la propria attenzione.
Devo quindi ammettere un po’ di sana delusione nei confronti dei workshop, dai quali mi sarei aspettato un po’ meno “pubblicità” e più traguardi risultati raggiunti ed esperienze sul campo.